In questi giorni stiamo ultimando i lavori “grossi” e a breve cominceremo ad organizzare l’apertura.
Nel frattempo scaldate le gomme e allenatevi, perché a settembre ci sarà il primo torneo di Mario Kart 8!
Recenzione:
Il caro vecchio John Barth, uno dei pilastri della letteratura americana del ‘900, scrisse nel suo capolavoro, tra l’altro citando Marx, che “i mutamenti quantitativi diventano all’improvviso mutamenti qualitativi”. Una massima di totale autenticità e spietatezza. Cambi qua, sembra solo un dettaglio, muti di là, qualche sospetto dovrebbe venirti, ti trasformi in un’altra parte e un giorno, allo specchio, scopri che sei diventato qualcun altro. Non vale solo per le persone, ci mancherebbe.In effetti, proprio giocare Mario Kart 8 ci ha rimesso in mente, non che fosse mai uscita, questa frase. Perché è vero, alla prima presentazione poteva sembrare la solita cosa, semplicemente più bella – e quanto più bella. E invece no, Mario Kart 8 è diventato altro, si è trasformato. Al contrario delle persone, per fortuna sua e dispiacere nostro, è ringiovanito. Si tratta della deflagrazione di un processo iniziato da Double Dash su GameCube, che per primo, all’interno di un contenitore perfetto, aveva instillato un nuovo liquido: interazione poligonale, e macchine diverse dai kart. Poi venne il capitolo su Nintendo DS, con l’online e un track design da favola. Altra goccia. Il Wii, con dodici personaggi in pista, le moto e il gioco in rete ampliato. Prima crepa sulla superficie. Mario Kart 7 su Nintendo 3DS con alianti, sezioni marine e veicoli personalizzabili. E ora ecco Mario Kart 8, che per la prima volta unisce tutte queste cose, almeno le migliori, le suggella e spezza i vecchi dogmi: perché accorpate generano qualcosa di radicalmente, essenzialmente diverso da quel primo Super Mario Kart da cui nessuno, in fondo, aveva ancora voluto divorziare. Certo, più che Mario Kart 8 forse sarebbe stato più onesto chiamarlo “Mario Racing”, o qualcosa del genere: tra moto e quad, alianti e antigravità, di fedele al capostipite c’è rimasto poco.